“Mi chiamo Massimo, classe 1959, una sorella gemella, segno zodiacale cancro.
Frate Domenicano dall’85 e prete dal ‘92. L’ordinazione è stata celebrata proprio qui, alle Rose, ove sono stato battezzato, ho ricevuto la prima Comunione e la Confermazione.
Sono approdato alla vita religiosa passando per la musica: da bambino cantavo da soprano Mina e Lucio Battisti; diventato baritono a 14 anni, mi sono convertito alla polifonia sacra; nel 1973, un padre Domenicano priore nonché organista di questa comunità, mi scoprì per puro caso e mi invitò nel suo coro. Da quel giorno ho tenuto concerti in gruppo e da solo, in giro per l’Italia e all’estero.
Tra alti e bassi ho sempre creduto in Dio; la fede non mi ha mai abbandonato.
A 3 anni dicevo messa in latino – almeno così credevo… –. Ma la decisione di entrare in convento a 22 anni fu improvvisa; i Miei non l’hanno subito presa benissimo. Ora ne sono orgogliosi.
A scuola andavo discretamente, ma per i temi ero negato: la fantasia non mi mancava, però la pigrizia mentale e la timidezza mi bloccavano. Non avrei mai pensato che avrei fatto il predicatore.
E invece… eccomi qui!
La liturgia è un po’ il mio chiodo fisso; assai più del diritto, studiato di malavoglia all’università e con pessimi risultati. Ma, come si dice, il calice va bevuto fino all’ultima goccia… storia passata.
Archiviata la laurea, predicazione, predicazione, predicazione… appassionante, divertente, ma anche una spina nel fianco che non lascia tranquilli. Un vecchio confratello diceva sempre che il vero Domenicano tiene sempre il Vangelo nella mano destra, e il quotidiano nella sinistra.
In ascolto di Cristo, e in ascolto del mondo, io vivo, prego, annuncio, amo…”